EPISODIO 9

 

LA CASA DEI PENSIERI CHE UCCIDONO

 

Di

 

Igor Della Libera

 

 

 

 

 

Quando Falena riaprì gli occhi il dolore alla nuca era ancora fortissimo e piccole chiazze di luce tinteggiavano il suo sguardo.

Sentì subito la carezza di metallo della lama appoggiata sulla gola e le mani fredde di Sheppard che toccavano le sue mentre la legava alla sedia.

I rumori nelle orecchie erano quelli di qualcuno che combatteva e, quando finalmente mise a fuoco la situazione, vide Dansen Macabre usare Leowitz come cavallina per darsi lo slancio e colpire a piedi uniti Ragy.

I due ragazzi continuavano a cadere e a rialzarsi come avessero sulla schiena delle molle. Falena, girando leggermente la testa si accorse di Cowan e Straccione due file più avanti di lei. Immobili come statue di cera davanti allo schermo.

La danzatrice teneva gli occhi chiusi, ma la sua capacità di leggere il buio le permetteva di schivare un colpo di Ragy e di fermare l'ascia di Wolly, prima di bloccare le loro teste e farle sbattere, l'una contro l'altra, come il battacchio fa con la campana.

-Lasciala andare.- disse rivolta a Sheppard che aveva finito con i nodi.

-Lo spettacolo deve ancora cominciare. Aprirà i vostri occhi come ha fatto con i nostri. Entrerete anche voi nel suo grande film.

-Dovete parlare con il mio agente.

Falena non ottenne nessuna risposta dal ragazzo. Non era mai stato un tipo molto vivace ma adesso sembrava un automa senza emozioni.

Falena pensò tra se.

-Sono proprio andati non reagiscono a nulla. Scommetto che se fossi nuda non se ne accorgerebbero nemmeno. L'ho sempre detto che certo cinema fa male alle persone.

Sheppard le mise una mano sulla bocca e le parole divennero mugolii poi disse.

-Lo spettacolo sta per iniziare.- ripeté come il disco più rotto che avesse mai sentito.

Non c'era nessuno nella cabina di proiezione eppure il rumore che sentirono fu quello della bobina che si muoveva.

Il fruscio della pellicola strisciò nella sala come un serpente e poi la luce si irradiò nella stanza attraverso la finestrella.

Dansen ebbe l'impressione che il proiettore fosse un occhio, un occhio che la stava fissando.

Interruppe il fascio luminoso con il suo corpo e poi con un movimento fluido raccolse l'ascia e tagliò a metà lo schermo.

L'immagine che stava iniziando a propagarsi come una macchia, si trovò di colpo spezzata.

Sheppard vide con orrore l'arma volteggiare nell'aria. Girare più volte su se stessa prima di frantumare il vetro e l'obiettivo del proiettore.

La bobina non si arrestò e nemmeno le immagini.

Il film non aveva bisogno di un supporto, il sangue degli spettatori lo stava alimentando e i loro occhi forzatamente aperti sarebbero stati i suoi schermi. 

-I film vivono grazie a chi li guarda e quelli di Folsomm diventano tutt'uno con lo spettatore dandogli parte del potere che scorre nella celluloide- disse Sheppard prima che i vestiti iniziassero a stringersi intorno a lui. Si trovò a guardarsi le mani bloccate dai polsini diventati di colpo manette di tessuto. Falena era riuscita a controllarsi abbastanza per usare il suo potere.

Dansen colse l'occasione e si lanciò a liberare i suoi amici. Andò da Cowan e gli strappò dalla faccia il divaricatore oculare lasciando dei forellini insanguinati intorno ai suoi occhi.

-Chiudili dannazione. Non continuare a guardare- gli intimò e vedendo che questi rimanevano aperti, cibandosi di quelle immagini non trovò di meglio che stenderlo con un colpo secco dietro la testa.

Cowan si accasciò all'indietro bloccato dal sedile.

Straccione riusciva a resistere di più.

-Sbrigati, posso resistere visto che dopo tutte le serate passate a guardare robaccia spacciata per film d'essais, tutti dannatamente sottotitolati, ho maturato una certa resistenza alla visione... ma non so per quanto ancora potrò sopportarlo. Continuo a parlare per distrarmi quindi non fare troppo caso a quello che sto dicendo.

Sentiva che quelle ombre gli sussurravano nella testa il suo prossimo ruolo.

Dansen sollevò il suo braccio dall'ago e lo shock doloroso lo spinse a gridare e a perdere contatto con le immagini. Lo aiutò ad alzarsi.

Anche Falena doveva fare attenzione a muoversi con l'ago già infilato nella vena e il sangue che aveva iniziato a filtrare attraverso la fessura nel poggiolo. Arrivò Dansen ad aiutarla con la delicata estrazione mentre da terra Sheppard avvolto nei suoi vestiti sembrava un lombrico sotto la pioggia.

Una volta libera usò dei lembi di vestito per crearsi delle bende artigianali.

Sheppard cercò una breccia nella prigione di cotone, ma Sybil si concentrò e iniziò a muovere sotto i vestiti le mutande di flash di Sheppard dandogli il più poderoso strattone da sfigato che avesse mai sopportato.

-Adesso sai chi comanda. Se provi a muovere un muscolo strizzo quello che non hai mai usato. Ti ho dato sono un assaggio del mio potere della smutandata.

Non reagì come se la minaccia di una spremuta di olive non fosse nemmeno arrivata al suo cervello posseduto.

-E Cowan? - chiese Straccione vedendolo riverso sulla poltroncina.

-L'ho dovuto mettere ko. Dobbiamo arrivare al proiettore e trovare il modo di spegnerlo per sempre.

Falena si guardò alle spalle, le ombre erano sempre più fitte, figure si muovevano sul pavimento e davanti a loro la luce brillava senza interruzione come se la macchina fosse intatta. 

Dansen macabre sapeva cosa bisognava fare, non era nel suo carattere ma in quel momento era lei il capo.

-Ci servono dei pezzi di celluloide per analizzarli. Non dimenticate che siamo qui per trovare una pista sul mistero della nostra villa. Sbrighiamoci... la vita di quei ragazzi è appesa ad una pellicola. Non sappiamo quanto ancora possano resistere sotto la possessione di quella cosa.

-Non sentirebbero in molti la loro mancanza a parte i proprietari di negozi di fumetti e il gruppo che fa gare di spelling in linguaggio Klingoniano, ma è nostro dovere farlo- disse Falena concludendo tra se -sto proprio abituandomi a fare la parte dell'eroe.

Nessuno osava più guardarsi indietro.

Sapevano che lì le immagini si alternavano e raccontavano storie da non ascoltare, cose da non vedere.

- Falena copri gli occhi dei ragazzi usando i loro vestiti e fai lo stesso con i nostri, guidati da Dansen saremo ciechi che possono agire. Entreremo lì e staccheremo quella dannata pellicola dal proiettore. Poi decideremo il da farsi.

Il piano di Straccione aveva senso e fu subito messo in atto.

I tre ragazzi vennero trascinati in un angolo dai loro vestiti.

Una benda nera ricavata dalla camicia scivolò sugli occhi di Cowan così, nel caso si fosse ripreso, sarebbe stato al sicuro.

Le immagini stavano diventando così forti da colpire come magli tutti i sensi.

Potevi annusare nell'aria l'odore di cose morte in decomposizione, sentire un concerto cacofonico di porte che cigolavano e avvertire sulla pelle la stretta di mani invisibili.

Il proiettore era a pochi passi da loro. Dansen pose le mani sulla pellicola per staccarla, ma questa non si mosse.

Falena avvertì concretamente qualcosa che la prendeva per una caviglia. Si ritrasse e poi lei e Straccione si unirono all'amica nel tentativo di far finire quella follia.

La piccola stanza tremò e sugli scaffali le altre pellicole chiuse nei contenitori metallici vibrarono.

Iniziarono a cadere. Fuoriuscirono dalle pizze e una rete di celluloide iniziò a formarsi. Una grande ragnatela di pellicola che si componeva nell'aria e che sembrava avere l'unico scopo di bloccare il Night Shift. Falena cercò di opporsi a quel potere con il suo.

-Sto riuscendo a bloccarle, ma la magia è molto forte stanno arrivando da tutte le parti. Vogliono soffocarci qui dentro, nella celluloide.

Straccione aveva dalla sua solo la modesta forza di un essere umano. Dansen Macabre non poteva certo condizionare quello strumento inerte. Le pellicole ora scendevano verso il basso e solo alcune, spinte da Falena, si annodavano tra di loro senza raggiungerli.

Fuori dalla porta il film maledetto era sempre più vicino. Lo Straccione analizzò il proiettore e si accorse che poggiava su una base a forma di pentacolo. La stella a cinque punte scottava al tocco come baciata dall'inferno.

-Questo è il collegamento. 

Dansen Macabre si mosse agilmente tra le spire inorganiche e afferrò da terra l'ascia che aveva lanciato contro il proiettore.

Con un colpo recise la macchina dalla base pentacolo. Energie rosse come fiamme si sprigionarono e poi le pellicole non si mossero più e la stanza sembrava quella di una bizzarra festa  con striscioni di celluloide che pendevano ovunque.

Fuori i film proiettati nella realtà vennero risucchiati di nuovo nella dimensione da cui provenivano. Falena fu la prima a sollevare leggermente la benda e a guardare oltre la porticina. I ragazzi legati erano tornati normali e Cowan si stava riprendendo toccandosi il punto dove l'aveva colpito Dansen Macabre.

 Straccione staccò il basamento, mentre Falena raccoglieva alcune delle pizze metalliche.

-Dopo aver visto quello che è successo qui non credo che chiamerò più casa dolce casa la nostra villa.

-Quello che mi sono chiesta fin dall'inizio è come quei ragazzi abbiano saputo di questa stanza?

Falena spiegò ai compagni quello che aveva saputo da Ragy e soci.

Dansen si preoccupò.

-Chiunque sia dietro alle informazioni che ha passato ai blogger ne sa parecchio su Folsomm, sul- la nostra villa e il resto.

Cowan comparve sulla porta, aveva sentito l'ultimo scampolo di discorso.

-Possiamo interrogare i ragazzi, vedere le mail e le registrazioni della chat con questo tipo. Conosco un paio di persone che sanno seguire ogni tipo di pista in rete. Potremmo rintracciarlo.- Cowan aveva un’altro problema, per lui di non facile soluzione- e di questa roba che ne facciamo?

Straccione era per le soluzioni semplici.

-Bruciamo tutto. Sciogliamo questi dannati film. Poi dovremmo trovare un modo per bloccare per sempre l'ingresso a questa sala. Tutto qui è costruito in modo tale da convogliare delle energie arcane. Siamo fortunati – prese con le dita un pezzo di pellicola pendente – è tutta roba estremamente infiammabile. Non è stato un caso se nel 1954 hanno sostituito questo materiale con un derivato dell'acetosa per rendere le pellicole più sicure.

Il gruppo si mise a raccoglierle formando con il materiale una pira. All'interno della Cinemateque trovarono poi un paio di contenitori in cui riversare il girato infernale. L'ultimo atto vide lo Straccione armato di accendino dare fuoco alle creature di Folsomm.

Le fiamme attecchirono subito e nell'aria si levò l'odore terribile di sogni chimici che andavano in fumo.

Uscirono mentre la stanzetta si riempiva di volute grigiastre dai riverberi viola.

Liberati i quattro ragazzi ancora frastornati dalla visione del film che li aveva trasformati in orribili personaggi degli incubi di Folsomm, si avviarono verso l'uscita. Una volta lì, dopo aver chiuso il passaggio, Falena fece in modo di bloccare il meccanismo con del tessuto.

-Così non dovrebbe aprirsi più.- disse contenta del suo lavoro.

-E adesso andiamo a prenderci qualcosa da mangiare e a fare due chiacchiere con i nostri amici del blog.- disse Cowan e le sue parole ai quattro ancora frastornati e incapaci di dire una parola, suonarono come un invito a cena molto minaccioso.

 

***

 

-Libri, libri e ancora libri.

Lucciola sbuffò appoggiando vari tomi sul tavolo dello studio.

Aveva iniziato la ricerca di indizi sulla casa da lì, dal luogo preferito dai precedenti proprietari e da Folsomm in particolare come testimoniavano gli schedari con i vecchi copioni dei suoi film e alcune locandine sbiadite appese ai muri o arrotolate dentro un cesto.

Aveva preso tutti quelli che parlavano di miti antichi, di esoterismo e di magia.

-C'è nessuno? - disse a voce alta.

-Intendo c'è qualche spettro, qualche attrice morta in modo orribile, qualche sceneggiatore che vuole vendetta contro Folsomm.

Mentre Lupa era fuori che controllava, alla guida dei suoi lupi, il perimetro della villa e il giardino a lei erano toccate le ricerche interne. Aveva pensato che in quei libri nello studio ci potesse essere qualcosa di interessante, ma era pur sempre una ragazzina e come tutte provava un certo fastidio davanti a dei tomi colossali e all'idea di doverli leggere.

Anche solo sfogliarli non la rendeva allegra e il fatto che quella stanza fosse un punto cieco dove non avvertiva nessuna vibrazione ectoplasmatica la metteva ancora più a disagio.

Lasciò i volumi e iniziò ad aprire i cassetti.

-Magari sono più fortunata e trovo qualcosa. Certo che se sapessi cosa sto cercando che tipo di informazioni...- pensò e poi riprovò a sintonizzarsi sulla frequenza spiritica.

-Nulla da radio ghost. In effetti un fantasma qua in giro dovrebbe esserci per forza e ora che ci penso non sento neppure lui.

Si rimise al lavoro sapendo che Lupa sarebbe tornata presto dalla sua ricognizione e non voleva che le abbaiasse addosso che era una fannullona scansafatiche.

-Vediamo che dice questo trattato di magia nera. A me il nero piace.- rifletté tra se aprendo il librone – nei vestiti, nel trucco non nella magia. Lì ne farei proprio a meno.- non aveva paura, difficile che una ragazzina che comunicava con i fantasmi si facesse suggestionare da strane formule e disegni simbolici, eppure sentiva che non era sola in quello studio.

-E' la stessa sensazione che ha avvertito Lupa all'esterno. Non sono i miei fantasmi come non erano le sue bestie. C'è qualcosa qui.

Tornò ad immergersi nella lettura. Fuori la notte incombeva. Quasi non si vedeva più nulla come se della pece fosse stata spalmata sui vetri delle finestre.

La luce della lampada sfarfallò un poco e senza che Lucciola muovesse un dito i libri appoggiati sul tavolo caddero in terra. Il colpo improvviso la fece balzare sulla sedia.

-Calma Lucciola. Calma. Come vorrei che ci fosse quel fantasma noioso di Barton. Dove diavolo è finito? Se l'è mangiato la casa?

Si decise a raccogliere i libri e fu, chinandosi sul pavimento, che notò come solo uno di questi si fosse aperto.

Poteva essere un caso oppure quella presenza aveva voluto mandargli un segnale.

La pagina non sembrava mostrare nessuna variazione rispetto alle altre. Sollevò il libro aperto e lo mise sotto la luce e solo allora si accorse che alcuni numeri risaltavano. Non era solo inchiostro più marcato o un effetto della luce.

-Vediamo... 818... che vorrà mai dire...- non ebbe il tempo di pensarci che la porta d'ingresso sbatté di colpo e Lupa gridò di raggiungerla.

Lucciola accorse dal licantropo donna trovandola addossata al legno, il pelo e i vestiti sporchi di sangue. Questo gocciolava anche dagli artigli. Era davvero spaventosa.

-Cosa ti è successo?... E' sangue tuo?

Lupa riprese a parlare, ma la voce era profondamente scioccata.

-Mio e dei miei lupi... stavamo tornando indietro dalla scogliera senza aver trovato nulla quando qualcosa ci ha aggredito. Ho visto i miei animali travolti da una forza invisibile...

Lucciola era andata da lei e vedendo che faticava a reggersi in piedi la aiutò a condurla verso una poltrona.

-E' stato terribile. Ho visto il capobranco sollevato a mezz'aria e poi quella cosa ha iniziato a stritolarlo per poi strappargli di netto la testa e gettarmela addosso.

-Non parlare, ce l'hai fatta a scappare...

-Ma è la fuori... ha ucciso i miei lupi... voglio fargliela pagare.

Lupa era davvero scossa e quando Lucciola la adagiò sulla poltrona vide il fianco sporco di sangue e i tre segni di un artiglio che affondavano nella carne.

-Sei ferita... devo andare a prendere qualcosa per medicarti.

Lupa la bloccò tenendola per un braccio.

-Non andare non lasciarmi sola, guarisco in fretta. Dobbiamo trovare un posto dove nasconderci. Quando avrà finito con i miei animali verrà da noi.

Lucciola non sapeva se crederle davvero, si trovava impreparata ad una Lupa spaventata. L'aveva sempre vista spavalda, animalesca. Era lei quella che artigliava, squarciava e metteva puro terrore negli occhi delle sue prede.

-E' tutto chiuso siamo al sicuro... non verrà dentro la casa.- Lucciola inquadrò la porta dello studio aperta e decise che si sarebbero chiuse là.

-Prendi il cellulare e chiama gli altri... devono tornare qui o quando lo faranno ci troveranno a pezzi insieme ai miei poveri lupi...- iniziò a piangere di rabbia, dolore e impotenza. Entrata nello studiolo si lanciò alle finestre per tirare giù le tapparelle. Lasciò sul pavimento una scia di sangue. Lucciola provava a chiamare Falena e gli altri.

-Non sono raggiungibili. E' proprio come in un brutto horror.

Lupa aveva visto i libri sul tavolo e iniziò a prenderli e a lanciarli in terra.

-Cos'è questa roba? Hai evocato tu l'essere lì fuori?

-Non ho fatto niente... pensavo di trovarci qualcosa... su questa dannata casa brancolo nel buio come tutti. Non ci sono nemmeno fantasmi che possono indicarmi la strada.

-La creatura spaventa anche i morti e i loro spiriti. Non c'è pace in questo posto ne per i vivi ne per i morti.

-Cosa ti sta succedendo ti vuoi calmare? Non ti ho mai vista così agitata. Tu sei Lupa. Hai il potere di un licantropo non sei una gattina indifesa.

Lucciola la avvicinò per sommare alle parole un abbraccio e aiutarla a tornare i sé e quando fu di fianco a lei non ebbe nemmeno il tempo di respirare che Lupa le si gettò addosso. Aveva il suo muso da canide addosso.

-Lupa torna in te...

Lucciola sentì una strana sensazione, Lupa puzzava, ma era l'odore del selvaggio del pelo bagnato di sangue, della paura che quando è forte si può annusare e Lucciola all'inizio era nauseata, ma poi cedette.

Senza che le due nemmeno se ne rendessero davvero conto le loro labbra si incontrarono in un bacio che sembrò durare in eterno. In realtà fu solo per qualche secondo e subito riemerse in entrambe la consapevolezza di quello che avevano fatto e si trovarono a scappare l'una dall'altra.

Lupa si accasciò sulla poltrona, le ferite guarivano molto lentamente. Lucciola vinse la tentazione di pulirsi la bocca, non sapeva perché ma voleva avere addosso l'odore della compagna.

-E' la casa...- riuscì solo a dire.

Lupa ora aveva meno paura. Quel contatto le aveva dato forza.

-La casa genera creature che non si vedono non rende lesbiche due amiche.

Lucciola tacque. Lupa uncinò i poggioli con gli artigli cercando di far leva per alzarsi.

-Prima che tu gridassi sulla porta...- Lucciola non voleva vedere Lupa che la avvicinava di nuovo. Ad ogni passo sentiva il bisogno di  un altro bacio di stringerla di se, di vedere quegli occhi rossi dentro i suoi.

-Prima che succedesse questo casino...avevo trovato qualcosa in un libro. E' stato come se la casa me l'avesse fatto vedere. Te l'ho detto sono entrata qua senza sapere dove guardare...andavo alla cieca.

Lupa stava per cadere provata dalla perdita di sangue e si aiutò con il tavolo mentre la giovane amica riprendeva il libro e le indicava i tre numeri sulla pagina.

-818. Cosa diavolo può significare?

A quel punto le tapparelle sbatterono e poi tornarono su sollevate da qualcosa e dietro il vetro la notte non sembrava più tale, ma un grosso cuore scuro che palpitava e a ogni battito le finestre si scuotevano.

Lupa non ce la faceva più, ma i suoi occhi, anche se indebolita, vedevano meglio di quelli umani, e si accorse delle targhette in alto sui grandi scaffali zeppi di libri.

Erano di metallo dorato ed erano fissate con viti al legno. Riportavano dei numeri. La terza nella fila più alta aveva inciso proprio 818.

Lucciola prese la scala con le ruote che scivolava lungo tutta la scaffalatura dentro un solco metallico.

-Sei grande Lupa.- ma l'amica non la poteva più sentire, era svenuta ai piedi della scrivania e una chiazza rossa si stava allargando sotto il suo fianco rendendo il pelo bianco e grigio del colore del rame.

 

***

 

Los Angeles. Feliz Hilltop. 24 dicembre.1959

 

Il Dr Harold Peterson appoggiò il martello insanguinato sul tavolo del salotto. Si sedette e avvicinò a se una bottiglia e un bicchiere.

Le luci colorate dell'albero di Natale illuminavano ad intermittenza la stanza. Dietro di lui vicino alla porta c'era la moglie, stesa sul parquet con la testa maciullata.

L'occhio destro scampato alla furia martellante sembrava ancora racchiudere nella pupilla insanguinata le immagini dell'orrore.

La figlia, diciotto anni appena compiuti e non ancora festeggiati, giaceva sul divano. Harold dopo averle portato via la mascella con una martellata e averle spaccato il torace con un altra l'aveva adagiata lì in una macabra pantomima della vigilia di Natale in famiglia.

Come ogni anno, in quel giorno che era sempre stato importante per lui, Harold Peterson si concedeva un bicchiere prima di andare a letto. Lo fece anche in quell'occasione solo che le due dita che si versò nel bicchiere erano di acido.

Le ingollò e basto poco perché questo gli bruciasse lo stomaco, lo spingesse a piegarsi in avanti sputando sangue per poi nell'estremo istante, prima che anche l'ultimo respiro venisse sciolto insieme alle sue interiora, gettarsi contro schienale.

La testa ciondolò un poco in avanti prima di reclinarsi indietro. L'ultima cosa che videro i suoi occhi mentre il sangue gocciolava dalle labbra fu la stella dell'albero illuminata dalle luci colorate.

La casa a Hilltop fu venduta ad una famiglia che la usò solo come magazzino.

I vicini asserirono di non aver mai visto i proprietari passarci nemmeno una notte. Andavano e venivano per stipare pacchi e scatoloni nella grande abitazione. Il figlio che la ereditò insieme al resto la lasciò abbandonata. Solo i più coraggiosi tra chi passava di lì guardavano attraverso i vetri impolverati sfidando i fantasmi della famiglia Peterson

Chi lo fece non vide, nella sala degli orrori, altro che il vecchio televisore anni 50 e l'albero di natale impolverato con la stella che puntava al soffitto.

Le storie intorno alla casa di Feliz Hilltop si sono affievolite con il tempo e altre abitazioni maledette l'hanno sostituita nell'interesse della gente anche se di tanto in tanto affiorano nuovi racconti come quello della ragazza che tentando di entrare nell'abitazione venne morsa da una vedova nera. Stando a quanto detto alla polizia, l'aracnide era uscito dal nulla. Dopo questo incidente e, temendo altre effrazioni da parte di gruppi in cerca di emozioni spiritiche, i proprietari hanno messo un sistema di allarme.

E questo è stato l'unico cambiamento rispetto alla struttura originaria, al numero di stanze e alla loro disposizione. Uno degli enigmi che circonda la villetta riguarda il perché i proprietari successivi non sono mai intervenuti con modifiche, come se volessero che la casa rimanesse com'era quando uno dei vicini trovò i corpi dei Peterson il 24 dicembre del 1959.

 

Los Angeles. Feliz Hilltop. Notte. Presente.

 

Quella notte i fantasmi non erano dentro la casa ma fuori. I Night Shift: Dark Grimm, Ago,Tick Tock e Fantasma la osservavano dall'inizio del vialetto che portava verso il suo ingresso.

Nemmeno loro erano a conoscenza dell'orribile segreto ossia perché in quel 24 dicembre del 1959 il dottor Harold Peterson avesse ucciso la sua famiglia, ma sapevano qualcosa sulla casa che poteva spiegare almeno in parte alcuni degli strani avvistamenti dei vicini intorno e dentro la villa.

-Sembra che l'A.I.Magiche abbia lo stesso nostro gusto in fatto di basi segrete.- scherzò il Dark Grimm mentre rilasciava nella serratura dei semi da cui sarebbero cresciuti nel giro di pochi istanti dei piccoli rampicanti che, scivolando attraverso la toppa, una volta penetrati si sarebbero occupati sia di aprire dall'interno la porta che di disattivare l'allarme.

-Non ci aspettano sorprese solo odore di chiuso e comunque in ogni futuro che sto osservando nel tempo che la lancetta fa un giro della mia cipolla, saremo assai colpiti dall'atmosfera all'interno.

La porta fu spinta in là dal piede in calzamaglia dell'Ago che iniziò a scrutare il buio polveroso con il suo occhio buono.

-Il tipo che abbiamo torchiato nei bassifondi non ci ha preso in giro era troppo spaventato per rischiare di dirci una bugia e vederci tornare da lui.- assicurò il Fantasma che seguito dagli altri puntò dritto nella stanza dell'omicidio suicidio.

-In effetti se ci pensate non c'è posto migliore come copertura di una casa che si crede essere infestata dai fantasmi - spiegò il capo che poi continuò mentre avanzava nel corridoio- Sono stati quelli dell' A.I.Magiche ad acquistarla attraverso dei prestanome e dopo il fatto di sangue è sempre stata loro. L'hanno mantenuta così per non disperdere le energie che il delitto aveva creato.

Tick Tock spedì la lancetta avanti di un altro giro.

-L'hanno protetta con tecniche mistiche che facevano vedere cose a chi cercava di entrare e poi, costretti dalla faccenda della donna scappata ad una delle loro apparizioni, una vedova nera come ci ha detto quel tipo fin troppo loquace, sono passati ad allarmi più tradizionali.

-L'informatore ha chiamato il posto dove dobbiamo andare la stanza dei vaticini... o qualcosa di simile.- corresse il Dark Grimm passando una mano sullo schermo impolverato della tele.

-Los Angeles è piena di case come questa dove la gente ha fatto una brutta fine... se pensate anche la nostra villa rientra nella lista anche se non in quella ufficiale. E se tutte fossero collegate da una stessa oscura energia?

Il Dark Grimm si bloccò vedendo nel vetro l'ombra di qualcuno. Si girò, ma non c'erano che i suoi compagni.

Il Fantasma non voleva indugiare oltre.

-Apri il portale, ho una gran voglia di chiarire con quelli del' (dell’)A.I. Magiche che a noi del Night Shift non piacciono le visite a sorpresa.

 Le dita del Grimm ruotarono prima la manopola dell'audio fino all'otto e poi quella dei canali sul  sei.

-Funziona come la combinazione di una cassaforte.- disse prima di premere il tasto che accendeva il vecchio elettrodomestico.

-Secondo me quello sgherro ci ha preso in giro...- disse Tick Tock guardando dietro la tv. I cavi erano tutti scollegati e mancavano un bel po' di componenti.

-Non si attiva con la corrente, ma con altro.

Il Dark Grimm venne interrotto dall'accendersi dello schermo e poi senza preavviso i quattro sparirono dalla stanza.

Non ci furono luci ne altro a testimoniare il loro passaggio. Scomparvero come subito fece anche l'immagine sbiadita nel quadrato della tv. E tutto nella stanza tornò silente e spettrale come lo era prima della loro intrusione.

 

***

 

-Cos'è quest'odore, sembrano frattaglie?

Tick Tock storse il naso per la puzza. L'espressione dà nauseata divenne preoccupata quando notò che il suo orologio si era fermato.

-Un altro limbo atemporale.

-Come nel corridoio sotterraneo del Casinò di Corsoni.- precisò il Dark Grimm cercando di non pensare alla morte di suo fratello avvenuta proprio in quel luogo a Las Vegas.

-Non è un caso visto che è stata l'A.I.Magiche ad avergli fornito i “disturbapoteri” gli stessi che sono all'opera qui. Dobbiamo stare attenti.

L'Ago mugolò e poi prese il Fantasma spingendolo a guardare nel suo occhio buono.

-Non è così...le nostre capacità non sono state inibite, sembrerebbe che l'unico ad averle perse sia Tick Tock.

La ragione li attendeva oltre il buio davanti a loro.

Passato quello si trovarono in una grande stanza arredata da un folle con una spiccata passione per l'antica Grecia.

Al centro c'era una pozza di acqua cristallina, intorno colonne e tra queste (questi) altari. Sul marmo giacevano carcasse di animali le cui viscere pendevano dai bordi liberando il terribile puzzo che avevano sentito.

In un angolo c'erano delle vestali, donne con indosso lunghe tuniche trasparenti. Queste percepirono subito gli intrusi e si voltarono. Erano tutte cieche e i loro occhi erano innaturalmente bianchi.

-Dove siamo finiti? Mi aspettavo qualcosa di più high-teck (tech), o magari una scuola di Hogwarts per aspiranti tecnomaghi in divisa da apicultori- Dark Grimm disse questo cercando di evitare quegli sguardi che sentiva come lame di spada dentro di lui.

-Ecco perché si chiama stanza dei vaticinii (vaticini). Nell'antichità erano le previsioni sul futuro e c'erano vari modi per leggere quello che sarebbe successo. Si potevano usare le viscere di animali per farlo oppure chiedere a donne a cui era stata imposta la cecità per aprire il loro terzo occhio, l'unico in grado di scrutare nel futuro.

Le parole del Fantasma avevano chiarito a Tick Tock cos'era successo al suo potere. Ora le lancette ferme dentro la sua cipolla avevano un senso.

-Troppa energia cronotemporale. Il mio orologio non può interfacciarsi con il futuro, con i futuri in una stanza dove ci sono così tante fonti che attingono allo stesso potere.

Il Fantasma venne attirato da alcune immagini sulla superficie della pozza. Si chinò mentre i suoi compagni lo proteggevano fissando il lento avanzare delle vestali.

Passò una mano sull'acqua e subito quelle figure invece di sparire divennero più nitide come se emergessero grazie al contatto con le sue dita.

Vide la casa di Folsomm e un' enorme ombra, una testa di polipo con tanti tentacoli, allargarsi intorno all'abitazione.

-Basta così. Se volete vedere dovete pagare il canone. Sono tre sacrifici al mese.

La voce sembrò provenire da ogni luogo della stanza, in realtà l'effetto era dovuto all'apparecchio vocale che Alfa teneva nascosto nel suo casco. Le vestali si bloccarono. Dietro di loro, dalle varie entrate alla sala dei vaticini, irruppero i soldati dell'A.I.Magiche alla cui testa c'era il loro capo.

Insieme ai soldati semplici si profilarono i testoni decadenti di due NecroM.O.D.O.K. Oscillavano da una parte e dall'altra come enormi pendoli e le sedie su cui erano sistemati sbandavano un poco.

-Questo è il comitato di benvenuto standard visto che voi del Night Shift siete di fatto la nostra nemesi, i nostri nemici giurati. Lo siete solo perché i Vendicatori della Costa Ovest erano fuori città.

-Avete iniziato voi venendo a ficcare il naso nella nostra casa...- il Fantasma puntò contro di loro il dito e l'accusa.

-Stavo dicendo prima di questa evitabile interruzione che come nemici ho in serbo per voi una sorpresa. Spero gradirete i nostri quattro recenti acquisti Orion...

Balzò dall'alto planando davanti al gruppo dell' A.I.Magiche e quando sollevò la testa, il Night Shift  in posizione di battaglia si rifletté sulla sua maschera a specchio. Alzò le dita e un'energia nera iniziò a vibrare tra di loro.

-Adesso arriva il turno del nuovo Mangiapeccati, perché a noi piacciono le tradizioni soprattutto quelle che riguardano assassini famosi. La cosa bella della nuova versione è che deve uccidere per mantenere la sua vita. Ammazza criminali ed è un vero peccato che voi, stando all'ultima Wikipedia, siate ancora nella lista dei cattivi.

Alice sbucò tra i soldati sfiorò i loro fucili con i pentacoli. I lunghi capelli bianchi che scappavano alla maschera sul viso, le ricadevano sulle spalle. I suoi occhi non tradivano emozioni. Era come se la ragazza non ci fosse più dentro quel corpo, ma questo agisse da solo.

-Ho sempre avuto un debole per le ragazze in costume, la nostra Moonhuntress dimostra che tra i suoi poteri c'è sicuramente quello di poter indossare abiti assai attillati.- Alfa indicò in alto mentre la sua voce fastidiosa scemava nell'aria.

I Night Shift guardarono in quella direzione solo per vedere una figura in bianco piroettare in cielo per poi atterrare con precisione vicino ai compagni. Il mantello che aveva la avvolse completamente prima di essere dispiegato come due grandi ali d'argento.

Ago estrasse la sua arma, ma il Fantasma tendendo un braccio bloccò il suo gesto impulsivo.

-Vedo che al capo piacciono le mie presentazioni, peccato che siamo arrivati alla fine. Ormai tutti parlano con la gente morta, Wicked non si accontenta delle parole preferisce usare i suoi amici cadaveri per aggiungervi alla sua lista di schiavi zombie.

 Nel preciso istante in cui Wicked comparve il Fantasma e il Dark Grimm ebbero la sensazione di conoscerla. Non poterono soffermarsi troppo su di lei perché intorno alla sua figura  si materializzarono degli spettri in armatura armati di mazze ferrate e grosse asce.

-Benvenuti allo scontro del secolo, troppo esagerato facciamo dell'anno. Va bene della settimana. Su un lato, fischiate pure e preparatavi al lancio di verdure marce, i derelitti membri del Night Shift dall'altro spalleggiati dalle prodi armate dell' A.I.Magiche fate un bello e caloroso applauso a chi prenderà  il loro posto: I TWILIGHT SHIFT.

 

Continua...